domenica 14 novembre 2021

Energia & Ambiente

Il mondo è in fiamme!

Si è da poco conclusa la 26° Conferenza delle Parti (Cop26 di Glasgow) delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e, malgrado l’intesa raggiunta da alcuni Paesi, si è arrivati ad un compromesso che non elimina l’utilizzo dei combustibili fossili, bensì si prevede una progressiva riduzione dell’utilizzo del carbone, principale fonte energetica responsabile dell’emissione di tonnellate di gas ad effetto serra. Parallelamente al dibattito internazionale, i nostri alunni delle classi terze si sono cimentati nell’analisi delle conseguenze derivanti dall’utilizzo dei combustibili fossili, ricercando alcune possibili soluzioni per una proposta di un nuovo Piano energetico sostenibile. Organizzati in piccoli gruppi, i nostri studenti hanno iniziato a ricercare le informazioni utili partendo dalla lettura di riviste scientifiche, libro di testo e articoli di giornale, successivamente hanno sintetizzato i contenuti esplorati rappresentandoli in forma grafica su un manifesto da presentare alla classe.

Gruppo di 3E

Il grido di allarme che arriva dai nostri giovani si basa su dati scientifici, in particolare su quelli dell’International Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite che prevede quali conseguenze dovremmo aspettarci se mantenessimo l’aumento del riscaldamento globale sotto gli 1,5 °C.

In sintesi, i gruppi di lavoro hanno stilato sette prove d’accusa contro l’uomo, quale responsabile dei cambiamenti climatici e, in diverse discussioni alla classe, hanno concluso che la scienza non è democratica! La velocità della luce non si decide per alzata di mano. Purtroppo, la rete ha dato la parola a tutti, e alcuni hanno inteso questa opportunità come un dovere di parlare anche di cose che non conoscono, illudendosi di capire un argomento dopo un quarto d’ora su Google. Ricordiamoci che non basta dire il contrario di quello che dicono tutti per essere Galileo. Bisogna pure avere ragione.

Gruppo di 3F

Le prove contro l’uomo sono le seguenti:

1) aumento della CO2 in atmosfera che ha un effetto “riscaldante” sul Pianeta, perché trattiene nell’atmosfera i raggi infrarossi che la Terra riemette quando è colpita dalla radiazione solare;

2) innalzamento del livello dei mari, che a partire dal 1880 è salito di circa 30 cm generando fenomeni come maree, tempeste e uragani;

3) acidificazione degli oceani, per via dello scioglimento dell’anidride carbonica nell’acqua, portando la modifica degli habitat degli animali;

4) fusione dei ghiacciai, di cui abbiamo già perso più di 279 miliardi di tonnellate di ghiaccio l’anno;

5) spostamento di ecosistemi, per via del cambiamento di temperatura e di conseguenza dell’umidità e del regime pluviometrico;

6) intensificazione dei fenomeni estremi, come alluvioni, tifoni, uragani;

7) aumento di ondate di calore/freddo, che hanno portato conseguenze per la salute delle persone, siccità, e migrazioni di popoli.

Gruppo di 3H

Osservando i vari manifesti prodotti possiamo enunciare anche le proposte di miglioramento avanzate dai vari gruppi: dalla cattura di CO2, all’idea di opporre barriere fisiche per respingere il calore solare in arrivo sulla superficie terrestre, o ancora dall’energia solare a quella eolica, alla riforestazione delle aree verdi e tante altre soluzioni.

Non credi ancora ai cambiamenti climatici? 

Allora prova a ripensare all’ultima volta che ha nevicato?  in quel momento, pochi parlavano di riscaldamento globale; eppure, tutti vedevano la neve sciogliersi in poche ore, che peraltro era minore rispetto all’anno precedente, ma nessuno si preoccupava. Quello era uno dei tanti segnali, e se continuiamo ad ignorare il problema, non vedremo più la neve e tutto ciò che ci sembrava normale un tempo, come i ghiacciai delle Alpi dai quali si generano i fiumi che irrigano i nostri campi”.

Paolo Gallia, classe 3E


Credete veramente che il mondo non stia cambiando? Credete ancora che non esistano i cambiamenti climatici? Beh, mi dispiace che sia io a dirvelo, ma siamo arrivati ad un punto “di non ritorno” e siamo proprio noi la causa principale di questa situazione. Tutti noi possiamo fare qualcosa, anche un piccolo gesto, come evitare di prendere spesso l’automobile a benzina, o lasciare il rubinetto aperto mentre ci spazzoliamo i denti, o ancora, evitare di sprecare oggetti che si possono riciclare o riutilizzare. Sebbene questi piccoli gesti possano sembrare insignificante, in realtà tanti piccoli gesti sommati nella massa possono fare la differenza così, a piccoli tasselli, possiamo contribuire ad evitare la rovina del nostro Pianeta. Che ne dici di dare il tuo contributo attraverso l’uso di buone pratiche di uso quotidiano?

Asya Campanale, classe 3H



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