giovedì 3 febbraio 2022

Canti e riflessioni per il Giorno della Memoria

 

Giorno della Memoria


Il 27 gennaio gli alunni della scuola Jona hanno avuto l’opportunità di riflettere sul tema della memoria, intesa come mezzo per mantenere vive le lezioni del passato e non ripeterne gli errori. In particolare, gli errori su ci siamo confrontati sono quelli che durante la Seconda Guerra Mondiale hanno portato all’antisemitismo, tema sul quale abbiamo svolto una serie di attività diversificate per materia d’insegnamento.

Per creare consapevolezza intorno all’orrore della Shoah - termine ebraico tratto dalla Bibbia che significa tempesta devastante e usato ad indicare lo sterminio del popolo ebraico - le classi hanno svolto diverse attività, di cui ne vogliamo ricordare due, come piccoli segni della memoria: l’esecuzione di una strofa di una canzone scritta da Elie Botbol che riprende un versetto del Salmo 23, cantato dagli ebrei durante lo Shabbat, ovvero il giorno di riposo che per gli Ebrei è il sabato; e il commento di una frase di Liliana Segre che riporta l’attualità del linguaggio d’odio sulla rete.

La memoria è come un blocco di cera, quanto più profonde e nitide sono le impronte, tanto più chiari e certi risultano i ricordi. Per questo la classe terza G ha affrontato il tema del ricordo attraverso le note indelebili del brano Gam Gam, secondo l'arrangiamento di Ennio Morricone fatto per la colonna sonora del film "Jona che visse nella balena".


La tecnologia e i social media riescono sempre a coinvolgere i ragazzi, e l’esperienza di YouTube si è rivelata una buona occasione per parlare di violenza verbale, che in rete è diventato comune chiamare hate speech, linguaggio d’odio, tema diventato virale nei nuovi media che riportano sempre più spesso commenti sessisti, insulti razzisti e attacchi omofobi. La conclusione, condivisa dagli alunni delle classi seconda E e terza H è stata la seguente: possiamo e ci dobbiamo opporre al linguaggio d’odio, anche perché il silenzio e l’indifferenza con cui accogliamo le offese ad altri corrono il rischio di trasformarsi in consenso e legittimazione dell’insulto, facendo di noi dei complici. La democrazia richiede quindi partecipazione attiva e senso civico.


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