MITO: LA NASCITA DEL FUOCO
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Come nacque il fuoco?- chiese un giorno il piccolo Giorgio al nonno, in quell'intenso periodo dei tanti “perché?”.
Il
nonno, a cui piaceva raccontare storie al nipotino, iniziò a inventare.
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Per scoprirlo dovremo provare a tornare indietro nel tempo, a moltissimi secoli
fa- rispose - subito dopo la nascita
della Terra. Come hai già letto in parecchie storie, fu Dio a creare tutto ciò
che ti circonda: alberi, piante, animali, cielo e terra. Un giorno, però, si
sentì solo: certo, era bello coccolare gli animali, ma aveva bisogno di
qualcuno con cui parlare “faccia a faccia”. Allora afferrò una manciata di
terra bagnata e iniziò il suo ambizioso progetto: Dio aveva molta immaginazione!
Non era però altrettanto bravo nella pratica: il primo modello sembrava più un
alieno, che una figura simile a lui… quel giorno creò il primo alieno! - disse
il nonno, fermandosi un momento per riprendere fiato. Poi continuò.
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Dopo parecchi tentativi, riuscì a creare una prima figura umana; aveva qualche
dettaglio da perfezionare, ma si riteneva comunque soddisfatto. Chiamò la
propria creatura “uomo”. Dio iniziò subito a spiegare all'uomo le principali
regole per la sopravvivenza sulla Terra: come cacciare, pescare, cucirsi dei
vestiti.
Dio
non sapeva che anche l’uomo sarebbe stato in grado di creare qualche cosa di
molto importante: i fenomeni atmosferici. -
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Cosa significa fenomeno atmos… quello che hai detto tu? – chiese Giorgio.
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Sono tutti quei fenomeni responsabili del tempo di ogni giorno - rispose il
nonno, continuando a raccontare – ma dove eravamo rimasti? Ah sì, stavo dicendo
che cominciò a verificarsi una cosa straordinaria: la temperatura e la luce
della giornata variavano quando l’uomo provava per la prima volta una
sensazione nuova, mai vissuta fino a quel momento.
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Nonno, stai dicendo che l’uomo creava qualcosa di nuovo attraverso i suoi primi
sentimenti? – chiese Giorgio, incantato dal significato che il racconto pian
piano stava assumendo.
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Sì, proprio così! Infatti, la prima volta che la preda appena catturata era
riuscita a scappargli, l’uomo provò una sensazione mai sperimentata fino a quel
momento: la rabbia. Quel giorno fu pieno di tempeste di vento e forti temporali,
con fulmini che squarciavano il cielo e tuoni che rimbombavano sonoramente. La
prima pioggia cadde poco dopo, quando il cuore dell’uomo concepì dentro di sé
lo stato d’animo della tristezza – spiegò il nonno, continuando il racconto al
piccolo Giorgio, pieno di meraviglia.
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Così, a ogni sentimento corrispondeva un nuovo volto della natura… Quando l’uomo,
dopo una faticosa ma inutile giornata di caccia, non potendo offrire nulla a
Dio, si sentì in colpa e deluso, comparve per la prima volta la nebbia. Ci fu
poi la prima nevicata, quando l’uomo sperimentò un magico momento di
tranquillità e leggerezza; e, finalmente, da un sorriso di intensa felicità e allegria
ebbe origine il sole.
Un
giorno, per non lasciare l’uomo da solo, Dio decise di crearne un altro. I due
divennero amici: si aiutavano nei momenti di bisogno, si sostenevano a vicenda.
Durante una solita mattinata di caccia, un giorno il compagno venne attaccato
da una bestia feroce; l’uomo cercò di aiutarlo, ma il sentimento che provava
per lui non era abbastanza intenso per spingerlo a rischiare la propria vita. Il
secondo uomo morì, aggredito dall'animale. –
Il
nonno si fermò un momento per capire se avesse esagerato con la descrizione
cruenta della scena, ma Giorgio ascoltava attento senza perdersi nemmeno un
singolo dettaglio. Allora proseguì.
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Dio volle dare vita a un’altra creatura, poiché l’uomo era di nuovo rimasto da
solo: la donna. La donna era aggraziata e sensibile: preferiva accudire la
capanna e creare vestiti con le pellicce degli animali cacciati, piuttosto che catturare
prede e intagliare armi. Un giorno, durante un battuta di caccia, si presentò
nuovamente la bestia che aveva già ferocemente ucciso. L’uomo riconobbe prontamente
quell’animale pericoloso, e si precipitò verso la donna per cercare di
proteggerla. La bestia li attaccò, ma da subito l’uomo decise di fare da esca per
spingerla verso di sé, mentre la donna sarebbe fuggita altrove: cercava di
attirare la sua attenzione, anche a costo di farsi graffiare il corpo ed essere
ferito. Ad un certo punto, però, il feroce animale si accorse anche della
presenza della donna e le si avvicinò. L’uomo ebbe l’istinto di non
approfittare della situazione per scappare: anzi, sentì di voler salvare la
donna. Decise di utilizzare le ultime forze che gli erano rimaste per scagliare
una lancia dritta al cuore della bestia, che perse la vita all'istante. Purtroppo
anche l’uomo morì, a causa delle troppe ferite procurategli dall'animale.
Proprio
in quel momento, dal suo cuore scaturì un nuovo sentimento: l’amore. Uno dei più
nobili dell’animo umano, il legame più forte che abbia mai unito l’uomo alla
donna, una fiamma che brucia dentro e per la quale si farebbe di tutto perché
possa rimanere accesa…anche perdere la propria vita.
E
infatti fu proprio così: in quel momento ebbe origine il fuoco, cioè il simbolo
naturale di vita e passione, senza il quale non si può davvero vivere. -
Concluso
il racconto del nonno, il piccolo Giorgio riuscì a pronunciare solo un
meravigliato “wow!”. Era rimasto affascinato, incantato da questa insolita e
meravigliosa spiegazione… ed era pronto a fare molte altre domande.
- Nonno, come nacque il mare? - chiese Giorgio; e il nonno iniziò a raccontare una nuova magia.
- Nonno, come nacque il mare? - chiese Giorgio; e il nonno iniziò a raccontare una nuova magia.
Irene
Gianuzzi, Classe
III E
Secondo posto al Concorso "Inventa un mito" promosso dal Liceo Classico Vittorio Alfieri di Asti.