giovedì 5 settembre 2019

Concorso "Inventa un mito"


MITO: LA NASCITA DEL FUOCO

- Come nacque il fuoco?- chiese un giorno il piccolo Giorgio al nonno, in quell'intenso periodo dei tanti “perché?”.
Il nonno, a cui piaceva raccontare storie al nipotino, iniziò a inventare.
- Per scoprirlo dovremo provare a tornare indietro nel tempo, a moltissimi secoli fa-  rispose - subito dopo la nascita della Terra. Come hai già letto in parecchie storie, fu Dio a creare tutto ciò che ti circonda: alberi, piante, animali, cielo e terra. Un giorno, però, si sentì solo: certo, era bello coccolare gli animali, ma aveva bisogno di qualcuno con cui parlare “faccia a faccia”. Allora afferrò una manciata di terra bagnata e iniziò il suo ambizioso progetto: Dio aveva molta immaginazione! Non era però altrettanto bravo nella pratica: il primo modello sembrava più un alieno, che una figura simile a lui… quel giorno creò il primo alieno! - disse il nonno, fermandosi un momento per riprendere fiato. Poi continuò.
- Dopo parecchi tentativi, riuscì a creare una prima figura umana; aveva qualche dettaglio da perfezionare, ma si riteneva comunque soddisfatto. Chiamò la propria creatura “uomo”. Dio iniziò subito a spiegare all'uomo le principali regole per la sopravvivenza sulla Terra: come cacciare, pescare, cucirsi dei vestiti.
Dio non sapeva che anche l’uomo sarebbe stato in grado di creare qualche cosa di molto importante: i fenomeni atmosferici. -
- Cosa significa fenomeno atmos… quello che hai detto tu? – chiese Giorgio.
- Sono tutti quei fenomeni responsabili del tempo di ogni giorno - rispose il nonno, continuando a raccontare – ma dove eravamo rimasti? Ah sì, stavo dicendo che cominciò a verificarsi una cosa straordinaria: la temperatura e la luce della giornata variavano quando l’uomo provava per la prima volta una sensazione nuova, mai vissuta fino a quel momento.
- Nonno, stai dicendo che l’uomo creava qualcosa di nuovo attraverso i suoi primi sentimenti? – chiese Giorgio, incantato dal significato che il racconto pian piano stava assumendo.
- Sì, proprio così! Infatti, la prima volta che la preda appena catturata era riuscita a scappargli, l’uomo provò una sensazione mai sperimentata fino a quel momento: la rabbia. Quel giorno fu pieno di tempeste di vento e forti temporali, con fulmini che squarciavano il cielo e tuoni che rimbombavano sonoramente. La prima pioggia cadde poco dopo, quando il cuore dell’uomo concepì dentro di sé lo stato d’animo della tristezza – spiegò il nonno, continuando il racconto al piccolo Giorgio, pieno di meraviglia.
- Così, a ogni sentimento corrispondeva un nuovo volto della natura… Quando l’uomo, dopo una faticosa ma inutile giornata di caccia, non potendo offrire nulla a Dio, si sentì in colpa e deluso, comparve per la prima volta la nebbia. Ci fu poi la prima nevicata, quando l’uomo sperimentò un magico momento di tranquillità e leggerezza; e, finalmente, da un sorriso di intensa felicità e allegria ebbe origine il sole.
Un giorno, per non lasciare l’uomo da solo, Dio decise di crearne un altro. I due divennero amici: si aiutavano nei momenti di bisogno, si sostenevano a vicenda. Durante una solita mattinata di caccia, un giorno il compagno venne attaccato da una bestia feroce; l’uomo cercò di aiutarlo, ma il sentimento che provava per lui non era abbastanza intenso per spingerlo a rischiare la propria vita. Il secondo uomo morì, aggredito dall'animale.  –
Il nonno si fermò un momento per capire se avesse esagerato con la descrizione cruenta della scena, ma Giorgio ascoltava attento senza perdersi nemmeno un singolo dettaglio. Allora proseguì.
- Dio volle dare vita a un’altra creatura, poiché l’uomo era di nuovo rimasto da solo: la donna. La donna era aggraziata e sensibile: preferiva accudire la capanna e creare vestiti con le pellicce degli animali cacciati, piuttosto che catturare prede e intagliare armi. Un giorno, durante un battuta di caccia, si presentò nuovamente la bestia che aveva già ferocemente ucciso. L’uomo riconobbe prontamente quell’animale pericoloso, e si precipitò verso la donna per cercare di proteggerla. La bestia li attaccò, ma da subito l’uomo decise di fare da esca per spingerla verso di sé, mentre la donna sarebbe fuggita altrove: cercava di attirare la sua attenzione, anche a costo di farsi graffiare il corpo ed essere ferito. Ad un certo punto, però, il feroce animale si accorse anche della presenza della donna e le si avvicinò. L’uomo ebbe l’istinto di non approfittare della situazione per scappare: anzi, sentì di voler salvare la donna. Decise di utilizzare le ultime forze che gli erano rimaste per scagliare una lancia dritta al cuore della bestia, che perse la vita all'istante. Purtroppo anche l’uomo morì, a causa delle troppe ferite procurategli dall'animale.
Proprio in quel momento, dal suo cuore scaturì un nuovo sentimento: l’amore. Uno dei più nobili dell’animo umano, il legame più forte che abbia mai unito l’uomo alla donna, una fiamma che brucia dentro e per la quale si farebbe di tutto perché possa rimanere accesa…anche perdere la propria vita.
E infatti fu proprio così: in quel momento ebbe origine il fuoco, cioè il simbolo naturale di vita e passione, senza il quale non si può davvero vivere. -  

Concluso il racconto del nonno, il piccolo Giorgio riuscì a pronunciare solo un meravigliato “wow!”. Era rimasto affascinato, incantato da questa insolita e meravigliosa spiegazione… ed era pronto a fare molte altre domande.
- Nonno, come nacque il mare? -  chiese Giorgio; e il nonno iniziò a raccontare una nuova magia.



Irene Gianuzzi, Classe III E
Secondo posto al Concorso "Inventa un mito" promosso dal Liceo Classico Vittorio Alfieri di Asti.

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